Don Lino Minuzzo 70° di Sacerdozio

Pubblicato giorno 9 giugno 2024 - Archivio 1

DON LINO MINUZZO  – 70° DI SACERDOZIO

Tutti siamo colpiti dall’agilità di don Lino.
Quando entra in chiesa, come prima cosa saluta il Santissimo con una genuflessione perfetta, completa, senza sbandamenti, alla faccia dell’età.
Una medesima agilità lo anima quando parla della vita della Chiesa. Nelle sue considerazioni attraversa decenni e periodi con la confidenza di chi è stato testimone oculare; ma un piede è ben posato nell’oggi mentre l’altro è già rivolto al futuro. Se poi ti confidi e apri il tuo cuore, sempre con agile maestria, ti risolleva e ti richiama ad una speranza che non dipende da te ma è dono, è grazia. La cosa gli riesce bene, quasi facile: conosce e comprende le cose degli uomini ed è ben istruito nelle cose di Dio. Tutti siamo ammirati dell’agilità di don Lino. Ne intuiamo l’origine; e questo ci ammaestra.
Oggi diciamo il nostro grazie a lui e a Dio perché ne ha fatto una benedizione per la nostra Parrocchia e per la vita di quanti oggi si stringono attorno a lui. Buon agile Anniversario.

Presbitero diocesano
Data di nascita:02-10-1929
Data ordinazione:04-07-1954

INCARICHI
Penitenziere e Collaboratore
presso Parrocchia di S. Giuseppe in Padova
Residenza: Via Pastrengo, 2 – 35141 Padova

Il 4 luglio 1954 don Lino diventava prete
nella chiesa del Seminario.

Vogliamo celebrare con gratitudine a Dio
il suo 70° Anniversario di Ordinazione
con alcuni appuntamenti.

Domenica 19 Maggio
Ore 16:30 in chiesa
I cambiamenti nella Chiesa attraverso
la testimonianza di don Lino.

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Domenica 26 Maggio
Ore 16:30 in Centro parrocchiale
Preti oggi e domani.
Incontro con mons. Raffaele Gobbi,
Rettore del Seminario diocesano di Padova.
Don Raffaele sarà intervistato da Italo De Sandre,
sociologo, già docente presso l’Università di Padova
e l’Istituto di Liturgia pastorale di Santa Giustina.

Sintesi curata da Italo De Sandre

Le trasformazioni, dal tempo dell’ordinazione di don Lino—70 anni fa—ad oggi, sono state enormi e centrate sugli individui e sui consumi, il che ha molto influito sul declino della pratica religiosa negli adulti (oggi 19%) e ancor più nei giovani (8-9%) e della fiducia nella Chiesa (34%). In questo passaggio la figura e l’esperienza concreta del presbitero è uno snodo fondamentale tra vertice e base della chiesa, una cartina di tornasole delle aperture e chiusure di oggi.
Don Raffaele si è soffermato a lungo sul nuovo tipo di formazione sperimentato con il gruppo attuale di seminaristi (19), di cui tre provenienti dalla Croazia.
La loro età va dai 20 ai 40 anni, non si tratta più di adolescenti anni ’50-60, prima di entrare ciascuno di loro ha fatto diverse esperienze, anche di lavoro ed affettive, per cui si deve interagire con ciascuno di loro come persone-soggetti, con i propri talenti da scoprire e far maturare, e non semplicemente da caricare con uno ‘zaino’ di concetti da far imparare e di cose da fare. Gli studi in Facoltà teologica si accompagnano perciò, ad un certo punto, con esperienze in parrocchie, comunità, anche in altre nazioni, perché bisogna ‘imparare ad imparare’.
È fondamentale che ciascuno maturi una spiritualità viva, un senso personale delle esperienze affrontate da ciascuno, delle relazioni attivate dentro e fuori del seminario, dell’amicizia che è essenziale imparare, vivere e condividere. L’esperienza, le relazioni, le amicizie mettono in gioco anche il celibato, e in generale la sessualità, affrontata con psicologi ed esperti che ne mettono in luce con serietà le implicazioni personali e culturali, in un tempo in cui questo tema è bombardato di interrogativi.
In un futuro con meno fedeli e meno presbiteri lo stile delle relazioni diventerà sempre più importante, con il vescovo e gli altri confratelli (non facile con quelli abituati ad operare in parrocchie relativamente piccole ed autonome), con le laiche e i laici presenti e responsabili nei ministeri laicali, e anche pensando alle persone che via via si allontaneranno: con tutti bisogna imparare a dialogare con stile costruttivo ed empatico, cercando ciò che unisce nelle diversità di intenzioni, di scopi, di valutazioni delle azioni pastorali, realizzando non a parole la sinodalità, un camminare insieme non formale né solo strumentale. Tutto questo anche pensando alla sostenibilità concreta di ogni comunità locale, che volente o nolente dovrà sempre più rendersi autonoma, e non attendersi sempre sostegni ‘dall’alto’ (diocesi, 8 per mille). Bisogna maturare una fraternità necessaria, che unisce le energie ma è sempre in salita, sia nella diocesi che nella società civile.

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Domenica 09 Giugno
S. Messa delle ore 10:30 presieduta da don Lino.
A seguire momento di festa in Centro parrocchiale.

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Nel pomeriggio, concerto con musiche
di Bach, Haendel, Telemann e Vivaldi.
Orchestra da camera della Società musicale di Padova.
In chiesa, ore 17:00.