PASQUA passaggio di novità

Pubblicato giorno 11 aprile 2020 - Vi segnaliamo

 

280px-Rubens,_Resurrezione,_Palazzo Pitti_Firenze

Vorrei avere parole capaci di cantare la Pasqua. Vorrei avere parole per dire la bellezza di questo giorno. Vorrei avere parole per dire l’indicibile: un Uomo che è ritornato alla vita. Non la vita destinata ancora alla morte, ma una vita che dura sempre e profuma dell’eternità di Dio.
Vorrei avere parole oggi per dire un augurio, a tutti voi, fratelli nell’umanità e nella fede in Gesù. Mentre state in casa, in attesa di poter uscire.
Ancora di più vorrei avere parole per condividere idee: idee nuove, sorgive, idee luminose, gioiose, capaci di prendere il posto del mondo di illusione che conoscevamo.
In pochi giorni quel mondo è stato chiuso in un sepolcro. Qualcuno dirà: l’ha giudicato Dio. O non sarà la vita stessa ad averlo giudicato, vedendolo privo di anima?
Vorrei anche avere parole per dire una paura, perché anche la novità nasconde inquietudini: quella—lo confesso—di tirare fuori le cose morte di prima. L’egoismo innanzitutto: forza che muove la vita con frenesia e senza amore. Sono dure le brutte abitudini a morire e nella memoria insidiano il futuro.
Vorrei, allora, avere parole forti, autorevoli, tuonanti, capaci di ricacciare negli inferi tutto quello che non è degno dell’uomo, che non è degno di Dio. Anche di queste parole sento il bisogno e chiedo un fuoco per forgiarle e temprarle.
Ci viene fatto dono della Pasqua.
Ci viene fatto dono di un nuovo inizio.
Ci viene promesso lo Spirito Santo di Dio.
Su dunque, fratelli, perché i giorni della sciagura sono pure i giorni della grazia; grazia che lavora, senza sosta, nel segreto dei cuori.
Parole non son mancate nei giorni passati. E anche nel profondo di ciascuno sono sorte nuove consapevolezze e nuove speranze. Ora vanno vagliate, vanno pesate. Vanno messe davanti a Dio perché ricevano da lui approvazione e benedizione.
Vorrei parole, per dire francamente, che così va fatto. Ogni istante e ogni momento. Costruiremo così, giorno per giorno, un mondo degno dell’eternità; capace di guardare lassù, in alto, dove Cristo ora siede.
Vorrei infine non avere parole, perché anche del silenzio abbiamo bisogno. E lasciare così, con fede, a Dio l’ultima parola, per rimanere a bocca aperta contemplando cosa lui solo sa fare.
A tutta la Comunità parrocchiale di San Giuseppe il più caro augurio di buona Pasqua in questo passaggio non ancora compiuto ma che nella Pasqua di Gesù trova la sua forza.
(Don Enrico)